Il mulino a miglio

Ero in Sénégal, nel 2005, quando, durante un viaggio di turismo responsabile, ci spiegarono che il mulino che macinava miglio di uno dei quartieri di Mbour, era gestito da una donna. Fin qui nulla di strano: macinare il miglio è un'attività svolta normalmente da donne ("C'est la tradition!", direbbero i miei amici senegalesi). La cosa che mi ha invece stupito, e che costituisce lo spunto per questo articolo, è il fatto che questa donna non sapesse contare. Come poteva essere che una persona che non sa contare possa gestire la contabilità di un mulino elettrico, nato per dare alle donne dei dintorni la possibilità di risparmiare una quantità non irrisoria del loro tempo che non dovranno più, in questo modo, passare a battere il miglio con il pestello dentro i mortai?

Quello che mi propongo di descrivere nel seguito è un metodo (il mio: non so come facesse la signora di Mbour) per ottenere i seguenti risultati, tutti senza saper contare:

  1. Ottenere il pagamento settimanale dell'utilizzo del mulino da parte di ogni donna;
  2. Indicare, su base mensile, se il numero di donne (e quindi di famiglie) che stanno usufruendo del servizio sta aumentando o diminuendo.
  3. Paragonare il miglio complessivamente macinato nel mese al costo di esercizio per verificare se occorre alzare il prezzo della prestazione.

Potrei andare avanti ma direi che già poter rispondere a questi tre quesiti inizia a dare alla nostra donna il polso della situazione.

Aggiungo doverosamente che ciò di cui parlo trae solo lo spunto dal mio viaggio ma non riguarda in alcun modo il meraviglioso popolo senegalese o la specifica donna in sé; si tratta di una astrazione che riguarda le assunzioni implicite che facciamo quando pensiamo al fatto di contare. Quindi si tratta esclusivamente di un esercizio del tutto teorico sul significato e sulle implicazioni dell'atto del contare e non di una dissertazione su un progetto di sviluppo in Sénégal.

Il metodo

La prima cosa che salta in mente è che, in assenza di numeri, espressi in qualsiasi modo, ciò che occorre persistere è l'oggetto in sé. E che il modo più semplice e più efficace è quello di tracciare un segno per ogni unità di peso macinata al mulino.

Poniamo quindi che l'accordo sia questo: mi porti il tuo miglio al mulino; riempiamo con il tuo miglio un contenitore che abbiamo convenuto di utilizzare come standard. La donna che gestisce il mulino segnerà su un suo quaderno una asticella per ogni contenitore di miglio macinato.

Il metodo è praticamente finito; vediamo in che modo complicarlo, pur senza rinunciare all'unico assunto: quello di non poter scrivere dei simboli che rappresentino il concetto dei numeri.

Poniamo che ci siano sul quaderno una pagina per ogni giorno (o due, se il volume d'affari fosse maggiore; ma poco cambia). Ogni giorno deve avere un'intestazione corrispondente al giorno stesso e il macinato di ogni donna deve essere scritto su una riga che abbia a sinistra il nome della donna (abbiamo detto che la nostra signora non sa contare; supponiamo che sappia scrivere il nome delle sue clienti; o, se vogliamo essere proprio inflessibili, che siano queste donne a mettere la propria firma all'inizio della riga). Di seguito la donna scriverà un simbolo (direi: un'asticella verticale) per ogni contenitore pieno di miglio che è stato macinato.

Vediamo ora come risolvere i questiti di cui sopra:

Pagamento settimanale. A priori, siccome la nostra donna non sa contare, che la settimana abbia esattamente sette giorni non è un dato che lei possa calcolare. Ma, nessun problema: dopo una lunga e africanissima discussione fra le donne si è arrivati a definire il numero di quadratini da considerare come "a credito" prima che debba essere richiesto il pagamento; questi quadrati sono quindi stati disegnati sul muro del mulino. Da questo momento in avanti la donna che gestisce il mulino non ha che da copiarli uno a uno in una pagina vuota del quaderno. Ogni sera poi, dovrà andare a considerare le pagine del quaderno. Quando le donne pagano, sulle loro righe vengono tracciati dei segni in penna rossa, a indicare che nulla più è richiesto. Quindi, guardando solo quelli non cancellati, la donna dovrà mettere un segno in ogni quadrato per ognuna delle pagine che abbia la riga corrispondente alla donna di cui sta "facendo i conti"; quanto avrà raggiunto il totale dei quadratini da riempire, ecco che, alla prossima richiesta di macinare del miglio, la cliente dovrà anche pagare.

Come avviene il pagamento? Questo è ancora più semplice: per ogni asticella è stato convenuto il pagamento di una determinata moneta. Tante asticelle, tante monete e il gioco è fatto.

Trend di esercizio. Anche qui non occorre fare altro che confrontare gli oggetti, dato che in assenza del calcolo, non è possibile confrontare le loro astrazioni numeriche. La donna del mulino non dovrà far altro, terminato il mese, che riportare tutte le asticelle del mese precedente e, a fianco, le asticelle del mese appena terminato. Pur di confrontarle una a una, la linea più lunga di asticelle rappresenta il mese in cui più volte si è macinato il miglio.

Copertura costi. Già questo aspetto richiede una dose leggermente maggiore di astrazione, anche se non richiede ancora la conoscenza dei numeri. Il totale dei soldi pagati, se è la donna stessa a pagarli, dovrà essere stato segnato da qualche parte, magari su un altro quaderno, come una serie di asticelle che, a loro volta, documentano un'uscita e non un'entrata. Poniamo anche che tutti i costi sostenuti, con grande pazienza dei fornitori, siano stati pagati nell'unica moneta conosciuta dalla nostra donna. A quel punto possiamo di nuovo verificare, ponendo le asticelle delle spese vicino alle asticelle delle entrate, quale delle due linee sarà più lunga. E la nostra saggia amministratrice dovrà valutare che, se fosse la linea delle spese ad essere più lunga di quella delle entrate, occorrerà in qualche modo rimediare (ad esempio: riducendo di comune accordo con le donne la capacità del contenitore standard, pur mantenendo invariato il prezzo, di una moneta, per quel contenitore.).

Conclusioni

Queste breve e banalissimo esercizio di immaginazione ha mostrato un concetto con una certa consistenza: che i numeri sono un'astrazione; e non sono un'astrazione così ovvia né così obbligatoria come si potrebbe immaginare, dato che tutti noi siamo stati allevati considerandoli alla stregua di una costante universale. Prima dei numeri le transazioni economiche potevano comunque sussistere, anche se con maggiore difficoltà. I numeri (e non dico le loro rappresentazioni, più o meno compatte, più o meno efficaci, ma i numeri in quanto concetti di correlazione fra cardinalità di insiemi di oggetti), hanno però permesso di rendere ogni transazione meno faticosa. E hanno aperto il campo ad altre astrazioni ancora, come tutte le ulteriori misurazioni astratte che, sugli oggetti stessi, non era nemmeno pensabile di poter proiettare.