Il modo migliore per propagare la maggior parte dei cactus è la semina. Ci sono cactus che si riproducono per pollone basale (come gli Echinopsis dai lunghi tubi floreali bianchi) oppure, nel caso delle Opunzie ("Fichi d'India"), anche per talea di pala. Tuttavia la semina rimane il metodo più produttivo sia per numero di esemplari, sia per varietà di specie e forme disponibili in commercio. Nella mia personalissima visione, i principali punti a favore della semina sono:
- Grande disponibilità di semi in svariati cataloghi di semi OnLine, soprattutto di specie altrimenti difficili o impossibili da trovare come piante già adulte;
- Basso prezzo (mediamente: una bustina da 10 semi costa meno di un Euro);
- Determinazione normalmente molto accurata della specie e/o della varietà.
- La semina dei cactus è estremamente divertente!
Ci sono comunque anche dei punti negativi:
- Occorre preventivare che, in funzione della specie, i primi fiori si riuscirà a vederli da 2 a 10 anni dopo la semina;
- La maggior parte dei semi non diventerà adulta, nel senso che incapperà in uno dei mille problemi che occorrono ai semenzali, quindi il numero di semi da seminare dovrebbe essere adeguato a questo calo fisiologico;
- La semina richiede, nei primissimi mesi, una certa attenzione. Dal secondo anno di vita in poi, le giovani piante possono essere trattate come piante adulte ma, fino al termine del primo inverno successivo alla semina, occorre predisporre un regime speciale. E una pazienza speciale.
Necessario
Per seminare cactus sono necessari tre elementi:
- Semi di cactus (!);
- Terriccio adeguato alla semina;
- Acqua piovana;
Semi
I semi possono essere acquistati online, procurati da altri coltivatori o prelevati dai frutti maturi delle proprie piante. Nel primo caso si avrà la possibilità di scegliere fra migliaia di specie in commercio; in caso della produzione in proprio si avranno semi sicuramente più freschi e la cui germinabilità sarà con ogni probabilità maggiore.
Terriccio
La ricetta del terriccio migliore per seminare i cactus è come la ricetta della migliore torta della nonna. Difficilmente due nonne si troveranno d'accordo sulla stessa ricetta. Allo stesso modo io posso solo fornire un'indicazione che, nel mio caso, si è dimostrata efficace. Non dico: la più efficace perché per farlo avrei dovuto fare molti più test comparativi.
Il terriccio che uso io ha questa composizione:
- 40% pomice con granularità 3-7 mm
- 40% lava rossa con granularità 3-7 mm
- 20% terreno comprato in un Garden Center (setacciato per scartare i frammenti più grandi di 2-3mm);
La ragione di queste percentuali (80% di materiale a grande porosità, con poco o nullo valore nutritivo) deriva dalla modalità con cui i cactus devono essere mantenuti durante l'inverno: all'asciutto. Quindi, se è vero che aumentare la razione di terra farebbe crescere di più i cactus, in autunno si pagherebbe questa maggiore crescita con un rischio maggiore di non riuscire a far seccare abbastanza rapidamente il terriccio. E un cactus che arrivi alla stagione fredda, in cui la crescita si arresta, con un vaso troppo umido, è un cactus che rischia di marcire.
Va anche detto che questo tipo di percentuali sono adeguate a un clima specifico (Nord Italia); in altre regioni, come le regioni rivierasche italiane o il Sud, è probabile che si possa aumentare sensibilmente la parte di terreno ottenendo crescite migliori. Ma non dico niente di strano nel sostenere che nelle regioni meridionali d'Italia i cactus trovano un clima più favorevole di quello che possono trovare, ahimè, a Milano...
Acqua
Per l'annaffiatura dei semi, l'acqua migliore è quella piovana. L'effetto benefico di quest'acqua è duplice: da una parte non avendo calcare o altri minerali disciolti, non produce quell'accumulo progressivo di carbonati che, a lungo andare, altera il pH del vaso, rendendolo alcalino. Dall'altra parte l'acqua piovana (che, per ragioni chimico-fisiche di equilibrio chimico con l'atmosfera, pur essendo pura è leggermente acida) riesce a "lavare" molto efficacemente i semi dalle sostanze di rivestimento (naturalmente prodotte dalle piante), che ne bloccano la germinazione.
Il meccanismo utilizzato da molte piante per non far germinare nel momento meno indicato (cioè nel periodo secco) consiste infatti nel ricoprire i propri semi di sostanze chimiche che impediscono ai semi di germinare. Questo fatto, che potrebbe sembrare un controsenso, in realtà trova la sua spiegazione nel fatto che le sostanze stesse vengono sciolte proprio con la pioggia. E questo in natura significa che i semi rimarranno quiescenti per mesi o per anni e saranno spinti a germinare proprio in presenza... di pioggia!
In alternativa all'acqua piovana, anche se meno ottimale, si può usare l'acqua demineralizzata. Attenzione, però, alle varie acque che vengono commercializzate per scopi diversi. In particolare:
- Acqua demineralizzata (o acqua bidistillata o acqua da osmosi inversa). Questo tipo di acqua, attraverso filtraggio su resine chimiche o di altro tipo, viene privata dei suoi minerali. Questa acqua è adeguata alla semina.
- Acqua distillata (usata normalmente nei ferri da stiro). Questa acqua è sì priva di calcare; ma per togliere il calcare sono stati aggiunti altri sali di sostituzione. Questa acqua è adeguata alla stiratura ma non è assolutamente da utilizzare per la semina.
Periodo
Il periodo migliore per seminare è l'inizio della primavera. Se si dispone di germinatoi o altri supporti che garantiscano una corretta illuminazione indipendentemente dal periodo dell'anno, è possibile anche anticipare questo periodo fino a metà-fine inverno.
Vasi
Qualsiasi tipo di vaso può andar bene, purché abbia un numero adeguato di fori sul fondo; c'è chi preferisce vaschette larghe e lunghe in cui le varie specie sono separate da etichette o altri accorgimenti; oppure chi preferisce avere vasetti individuali, uno per ogni specie. In ogni caso occorre preventivare che, per una buona riuscita, occorrerà avere contenitori che permettano ai cactus di poter crescere per almeno un anno (meglio se un paio d'anni) senza essere trapiantati. Quindi sono da evitare recipienti troppo bassi.
Sono ugualmente da evitare recipienti troppo piccoli, dato che seccano troppo rapidamente e richiedono controlli quotidiani, aumentando comunque i rischi di essicazione per i semenzali.
Cure
Per preparare un vaso alla semina occorre:
- Riempiere il vaso di terriccio fino a lasciare circa 5 mm fra la superficie del terriccio e il bordo del vaso; lasciare più spazio impedisce una corretta circolazione dell'aria e favorisce funghi e muffe;
- Immergere il vaso in acqua per annaffiare da sotto il terreno, aspettando quindi che l'acqua risalga per capillarità; annaffiare da sopra, soprattutto dopo la semina, ha l'effetto di un elefante in una cristalleria.
- Cercare di coprire i buchi fra i sassolini di granularità più grossa con la parte più fine del terriccio; altrimenti i semi che cadano "nei crepacci" difficilmente riuscirebbero a germinare;
- Livellato il terreno e annaffiato di nuovo il tutto da sotto, si è pronti finalmente per la semina;
- (Opzionale) - Per poter sapere, a distanza di tempo, quali semi sono stati seminati, più che affidarsi alla memoria occorre a questo punto inserire etichette numerate o qualsiasi altro tipo di memo (numeri scritti sui vasi, ecc.).
- Semina! - I semi dovrebbero essere sparsi uniformemente sul terreno; se si tratta di semi (relativamente) grandi, può essere utile ricoprirli. Per i semi microscopici, questo non è necessario. In ogni caso la regola dovrebbe essere sempre quella di ricoprire i semi solo con uno strato di terriccio pari al diametro del seme.
- I contenitori dovrebbero essere messi in un ambiente molto umido (e non necessariamente luminosissimo) fino alla germinazione, che normalmente avverrà entro 2-10 giorni. Per la prima settimana qualcuno ripone i vasi all'interno di un ulteriore contenitore per mantenere ancora più alta l'umidità. Questo aumenta la germinazione ma deve essere fatto con cautela: mantenere l'ambiente sigillato troppo a lungo favorisce, di nuovo, le muffe.
- A partire dalla germinazione occorre controllare che non si formino funghi, alghe o muffe; e per far questo occorre iniziare a diminuire l'umidità. Se si dovessero formare, l'unica cosa da fare è fornire ventilazione adeguata fino a quando il terreno secca. Occorre inoltre cominciare a fornire una luce adeguata (mai luce solare diretta, altrimenti i semenzali diventano rossi e bruciano in meno di un giorno).
- Per i primi due mesi, appena lo strato superficiale del terreno appare troppo secco, occorre annaffiare di nuovo (sempre esclusivamente: per immersione).
- Nei mesi successivi i semi dovranno essere abituati progressivamente a un'alternanza di fasi secche e di fasi umide. Farlo troppo presto porta alla morte dei semenzali, dato che non avrebbero ancora potuto sviluppare i "serbatoi" in cui conservare l'acqua fra una pioggia e l'altra. Sarà solo a partire da quando inizieranno ad assumere una forma più "a barilotto" che potremo provare ad allungare il tempo fra un'annaffiatura e l'altra.
- Se avremo allenato a dovere i nostri semi per tutta la stagione calda, potremo passare il primo inverno bagnandoli poco (comunque molto di più dei cactus adulti) circa una volta al mese. Il tempo comunque dipende da moltissimi fattori, fra cui il tipo di terreno, il tipo di cactus e l'umidità ambientale del posto in cui vengono tenuti.
- Dal secondo anno la cura potrà essere progressivamente adeguata a quella delle piante adulte; nella primavera del primo o del secondo anno si potranno trapiantare.