L'Oscuro Agitarsi

Il tasso di cambiamento

Uno dei presupposti su cui si basa lo studio della storia antica è che il tasso di cambiamento nelle civiltà sia stato costante nel tempo. Pensateci un attimo: senza questo presupposto, a fronte di un millennio di cui non avessimo testimonianze storiche, fosse anche semplicemente a causa del fatto che si tratta di epoche remote o di reperti difficili da conservare, potremmo sospettare che, in quel millennio, non sia accaduto niente. Potremmo addirittura pensare che ci sia stata una sorta di stasi, quasi che gli uomini in questo periodo non avessero più comunicato fra di loro. Quasi che le generazioni non avessero continuato a rincorrersi le une con le altre, con tutto il loro carico di contraddizioni, di innovazioni e di antagonismi.

E invece molte osservazioni come lo studio delle derive geniche e linguistiche fra le popolazioni ci fanno fortemente supporre che tutto questo non sia mai accaduto e che ci siano sempre state nuove parole che si andavano via via imponendo sulle precedenti. Fosse per effetto del contatto con nuovi popoli, per l’introduzione di nuovi comportamenti e nuove tecniche di produzione oppure della semplice pressione analogica interna alle lingue, ci sono sempre state parole che si sono trasformate e hanno trasformato, insieme a loro, la civiltà stessa di cui sono state il sistema nervoso e il principale organo di senso.

Il concetto di umanità

Allo stesso modo se dovessimo dar credito alle voci sul fatto che gli uomini non siano tutti, al di là di ogni successivo condizionamento sociale, intimamente uguali, allora ogni discorso sull’umanità in sé cadrebbe. Perché non ci sarebbero più gli esseri umani come concetto in sé ma tutto si frantumerebbe in infiniti particolarismi, più importanti di ogni similitudine.

Io mi sono convinto che tentare un discorso generale sugli esseri umani al di là dei tempi e dei luoghi che condizionano il loro modo di sentire e di pensare, fosse comunque possibile. Che ci fosse qualcosa, pur sotto le apparenze di incipriarsi il naso o di portare in capo un turbante, qualcosa che, all'ultimo istante, rendesse i moti intimi dell’animo degli uni comprensibili agli altri.

Quando seguivo con molto piacere e poca costanza i suoi bellissimi corsi di lingua araba, lo scrittore Abdelmalik Smari mi ha messo in guardia sui problemi e sui rischi del concetto di esotismo. L’aspetto pittoresco o folcloristico delle ambientazioni di mondi e civiltà lontane corre sempre il rischio di ricadere in questo tipo di impasse. E più si insiste sull’elemento straniante e inconciliabile rispetto alla propria “normalità”, più, al profondo di questo sentimento, non è difficile trovare uno stupore e un incanto troppo spesso funzionali a un colonialismo progettuale e inconfessato, di cui a volte nemmeno ci si rende pienamente conto.

L’esempio che viene subito alla mente è la disputa sul concetto di scoperta del continente americano, continente che era di per sé ben noto alle popolazioni che ci vivevano da migliaia d’anni e che sicuramente di tante cose potevano aver bisogno ma fra queste è difficile immaginare ci fosse l’essere scoperti da chi poi li avrebbe sterminati in quello che è il più esteso e prolungato genocidio nella storia dell'umanità.

L'Oscuro Agitarsi

Nei tre racconti lunghi del mio nuovo libro, L'Oscuro Agitarsi, ho cercato di limitare per quanto possibile il senso di stupore per le differenze, per i puntuali esotismi, per le coloriture. Ammetto tuttavia che il mio rigore è stato per lo meno intermittente dato che certe parrucconate, soprattutto nella Roma settecentesca, erano troppo ghiotte perché riuscissi davvero a impedirmele. Tuttavia ho cercato di non dare a questi elementi un peso eccessivo. Ho riconosciuto e ho cercato di far risuonare le note caratteristiche di determinate ambientazioni, per quanto io le possa conoscere o immaginare, ma senza dimenticare che, al di là delle differenze linguistiche a volte molto profonde, in fondo non abbiamo a disposizione, come esseri umani, che gli stessi imperfetti strumenti per comunicare. Gli stessi denti, le stesse lingue, le stesse gole. Gli stessi occhi che si osservano a vicenda, mentre parliamo, portando avanti un discorso spesso più immediato e più profondo della schermaglia di parole sotto il quale cerchiamo di nasconderlo persino a noi stessi.

Disponibile dal 20 Novembre 2021 sugli store Amazon.

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L'Oscuro Agitarsi, 2021




(Do un'occhiata, per farmi un'idea)

L'Oscuro Agitarsi

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